Carlo Calenda pone condizioni audaci per entrare nella lista “Stati Uniti d’Europa”, scatenando immediata la replica di Italia Viva.
Carlo Calenda emerge nuovamente come figura di spicco per le sue mosse imprevedibili. Con le elezioni europee di giugno all’orizzonte, l’ex ministro considera un’audace manovra.
L’idea del leader di Azione è unirsi alla lista “Stati Uniti d’Europa”, però, a patto di un radicale rinnovamento dei suoi componenti. Alla sua proposta, non tarda ad arrivare la dura risposta da parte di Italia Viva.
Calenda e la lista “Stati Uniti d’Europa”: un alleanza controversa
Come riportato da Today.it, Benedetto Della Vedova di +Europa ha esteso un invito formale a Calenda: “Questo è il posto, questa è la lista, la lista degli Stati Uniti d’Europa è il posto dove deve stare Calenda, non altrove, a rischiare di sprecare voti“.
La risposta di Calenda non è tardato ad arrivare. Infatti, nonostante, il leader di Azione conferma la sua apertura al dialogo con Più Europa, continua a sottolineare la necessità di “coerenza, qualità della lista“.
Per esempio, le condizioni poste da Azione includono l‘esclusione di candidati e partiti ritenuti non allineati ai principi europeisti e riformisti, come specificato nel comunicato del partito.
La replica di Italia Viva
La risposta di +Europa alle condizioni di Calenda è stata chiara. Una nota ufficiale ribadisce l’invito a Azione a partecipare senza precondizioni, evidenziando il rischio che l’intransigenza del leader di Azione porti a una frammentazione del voto pro-europeo. “Ci pare evidente che Calenda, con questa linea dei veti variabili di giorno in giorno, scelga pretestuosamente di non sedersi al tavolo“, ecco parte della nota, riportata da Today.it.
Davide Faraone di Italia Viva non ha risparmiato critiche. Ha definito Calenda “un personaggio” per le sue continue variazioni di posizione e i veti imposti. Inoltre, ha affermo che: “Le piroette acrobatiche di quest’uomo stanno diventando un caso di studio interessante, naturalmente hanno poco a che fare con la politica. E se non fosse una cosa seria ci sarebbe persino da ridere“.